Della maturità (da declamare brandendo un dito indice)

“M’hai fatto la bua.
Quella è mia, non è tua.
Sei proprio cattiva,
ti metto la piva.
E finché vivrò,
non ti parlerò.
Che importa se poi,
che rimanga tra noi,
io metto i miei voti
ai bravi e ai beoti.
Io sono la buona,
la pura, la prona,
agli occhi degli altri
(non tutti son scaltri)…
E presto vivrai,
sì come vorrei,
del mondo le pene,
come si conviene.”

Un bell’anatema-
con tanto di schema –
com’è di costume
al peggiore lerciume.

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